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Traffico di droga e armi, blitz dei carabinieri: scacco al clan Annoscia

Una vasta operazione dei Carabinieri è stata eseguita lo scorso 27 giugno nel Barese, al termine di una indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica del capoluogo pugliese. I militari del Comando provinciale di Bari hanno eseguito ordinanze di custodia cautelare a carico di numerosi indagati, ritenuti appartenenti a un sodalizio criminale operante nei territori di Altamura e Noicattaro, dedito, fra l’altro, al traffico di sostanze stupefacenti provenienti dall’estero. Tra i reati contestati, traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di armi, estorsione aggravata e tentato omicidio. Gli arresti sono in corso contestualmente in diverse località di Puglia e Campania.

Da Noicattaro alla Murgia: gli affari del clan Annoscia

Al momento, sono 25 le persone arrestate. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotte dal 2021 ad oggi dal Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Bari, mediante servizi di osservazione controllo e pedinamento, perquisizioni e sequestri vari, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in merito alle attività illecite poste in essere dal gruppo, considerato dagli investigatori la propaggine altamurana del clan Annoscia, attivo nel territorio di Noicattaro, delineando il sodalizio dedito al narcotraffico in tutti i suoi elementi sintomatici, e cioè una struttura gerarchicamente articolata, composta da organizzatori, promotori, dirigenti e partecipanti che, grazie al controllo del territorio, riusciva a gestire il mercato degli stupefacenti anche con la disponibilità di armi e munizioni.

I sequestri di droga e il tentato omicidio

Significativi sono stati i sequestri di stupefacente effettuati dai Carabinieri nel corso delle indagini, che hanno consentito di recuperare, complessivamente, circa 90 kg di droga di vario tipo, tra cocaina, marijuana e hashish. Il più consistente dei sequestri è stato eseguito a Molfetta: lo stupefacente, in quel caso, come ricostruito dagli investigatori, era proveniente da Siviglia. Nel corso dell’attività, sono stati raccolti, inoltre, anche gravi indizi di colpevolezza relativamente ad un episodio di estorsione aggravata dal metodo mafioso e ad un tentato omicidio, avvenuto ad Altamura in pieno giorno nel marzo 2022, in danno di un esponente di rilievo di un clan avverso. Le mirate e contestuali indagini patrimoniali condotte dai Carabinieri hanno consentito anche alla Direzione Distrettuale Antimafia di chiedere e ottenere dal Giudice il sequestro preventivo di un’abitazione, di un’autovettura e di alcuni conti correnti riconducibili agli indagati.

Il quadro indiziario raccolto dai Carabinieri a carico degli indagati è stato condiviso dalla Procura della Repubblica di Bari, che ha avanzato richiesta di emissione di misura cautelare. Il Gip del Tribunale di Bari, accogliendo la richiesta, ha disposto la cattura dei soggetti, tra cui, alcuni, già detenuti per altra causa. Dopo le operazioni Kairos del 2017, Nemesi del 2019 e Logos del 2021, la Magistratura e i Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno raccolto gravi elementi utili a disarticolare un altro agguerrito sodalizio che, da quanto ricostruito, aveva imposto la sua ingombrante presenza ad Altamura e nel territorio murgiano.

Annoscia voleva redimersi

“Giuseppe Annoscia, considerato esponente apicale dell’omonimo clan, qualche mese fa dichiarò di volersi redimere dalla sua carriera criminale, proponendosi come modello della cultura della legalità”. Lo ha raccontato il comandante provinciale dei carabinieri di Bari, Francesco De Marchis, nel corso della conferenza stampa in Procura durante la quale è stata svelata l’operazione che oggi ha portato all’esecuzione di 27 misure cautelari a carico, fra gli altri, dello stesso Annoscia.

“Nelle sue dichiarazioni -ha proseguito De Marchis- Annoscia ha fatto riferimento a un progetto che avrebbe voluto avviare con il Comune di Noicattaro in modo da usare un terreno pubblico per una serie di attività orientate al recupero di ragazzi in condizioni di marginalità e devianza”. “Annoscia -ha aggiunto- si dichiarava pentito del suo percorso criminale e si proponeva come educatore sociale. Questo in piena costanza con le proprie attività criminali”.

Il comandante ha evidenziato come “il pentimento non ci sia in realtà mai stato” e che il gip del Tribunale di Bari ha giustificato la misura cautelare a carico di Annoscia scrivendo che “se di fatto le condotte attribuite non sono attuali, l’atteggiamento tendente all’attività criminale non è mai cambiato, e per questo sono necessarie le misure”. 

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